Lutte à l'Ilva (une usine de Tarente) en Italie

La lutte est globale... Solidarité a-nationale !

Lutte à l'Ilva (une usine de Tarente) en Italie

Messagepar Carpe diem » Jeudi 04 Oct 2012 17:39

Bonjour,

Voici un texte qui mérite d'être exposé dans la rubrique "Foutoir mondial". Un bel exemple de lutte autonome: Refuser le chantage santé contre travail, lutter pour le revenu garanti : l’exemple de l’ILVA à Tarente (Italie)

Bonne lecture !

CD
"La politique, c’est l’art de chercher les problèmes, de les trouver, de les sous-évaluer et ensuite d’appliquer de manière inadéquate les mauvais remèdes."
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Re: Lutte à l'Ilva (une usine de Tarente) en Italie

Messagepar lucien » Vendredi 14 Déc 2012 15:55

Traduction automatique plus bas.

http://www.usi-ait.org/index.php/notizi ... -e-patrica

Lettera aperta ai lavoratori ILVA di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica

Prima di entrare nel merito intendiamo esprimere la nostra, piena, solidarietà al lavoratore selvaggiamente malmenato dalla polizia nei giorni scorsi a Genova nel corso di una, legittima, protesta operaia.

Ma fatta questa, doverosa, comunicazione non possiamo esimerci dal ribadire tutto il nostro disappunto nei confronti delle manifestazioni di giubilo che abbiamo registrato nel periodo immediatamente successivo la comunicazione della presentazione – da parte governativa – del, cosiddetto, “decreto salva occupazione” che – per quanto riguarda il siderurgico di Taranto – dispone il dissequestro degli impianti altamente tossici con, conseguente, facoltà d’uso restituita ai Riva che – unitamente all’illustre (e latitante) rampollo – potranno continuare ad arricchirsi sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori del capoluogo ionico.
Pur comprendendo le ragioni umane che le hanno prodotte invitiamo caldamente i colleghi della “filiera” ILVA a riflettere affinché non assumano atteggiamenti e posizioni strumentali alla proprietà che grazie anche ai suoi alleati(anche in ambito sindacale) hanno già ammorbato l’aria di Taranto. In tal senso sono state promosse manifestazioni e blocchi di piazza “telecomandati” che a fronte di bibite fresche e panini imbottiti distribuite agli “scioperanti” dalla direzione aziendale avevano il solo scopo di penalizzare la città ed i suoi abitanti senza incidere minimamente sulla produzione. Che - in tutti questi mesi – è continuata a pieno regime nonostante il sequestro procurando ulteriori ed ingenti profitti per la proprietà e dolorosissimi lutti tra i lavoratori.


Come autorevolmente pubblicato nei giorni scorsi dalle pagine di un periodico nazionale “lo studio Sentieri, condotto dall’Istituto superiore di sanità, ha chiarito una volta per tutte lo stato di compromissione della salute della popolazione di Taranto. La mortalità nell’area dell’Ilva è superiore dell’11 per cento rispetto all’aspettativa di morte di tutti i cittadini pugliesi. E sono soprattutto le donne a soffrire: 75 per cento in più di tumori al fegato rispetto al resto della popolazione, 43 in più di linfomi non Hodgkin, 80 dei tumori all’utero, 48 di quelli alla mammella, 100 per cento allo stomaco e 48 ai polmoni. Nella popolazione maschile non va meglio, con un aumento del 30 per cento di tutte le neoplasie e un picco del 100 in più per il mesotelioma pleurico, quel terribile tumore incurabile che avvolge come in una rigida ragnatela la superficie dei polmoni e nel giro di pochi anni soffoca il malato, togliendogli il respiro tra atroci dolori che solo la morfina riesce a lenire. Lo studio Sentieri stabilisce anche un altro fatto: “Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione, è il maggior emettitore nell’area per oltre il 99 per cento del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene”. Dunque la colpa è dell’Ilva. Dietro ai dati che fanno rabbrividire, ci sono persone in carne e ossa. Drammi umani, ricoveri in ospedale, bombole di ossigeno, chemioterapia, famiglie cancellate, orfani. L’ombra della morte che cala su un’intera comunità. Se non si capisce tutto questo, o si fa finta di non voler capire, allora non si è in grado di comprendere il valore del diritto alla salute.”

Il vicepresidente di Medicina Democratica a proposito delle “prescrizioni della magistratura” (conseguenza dell’alta pressione sociale determinatasi a Taranto) in un comunicato stampa afferma:” non possono e non devono essere messi in discussione attraverso la promulgazione di uno strumentale decreto governativo, che trova il plauso peloso da parte di chi per decenni ha girato la testa dall’altra parte (sindacati, enti locali, regione, Asl ed enti pubblici preposti ai controlli e alla tutela della salute, della sicurezza, dell’igiene del lavoro e della protezione dell’ambiente)”.

Come Unione Sindacale Italiana vogliamo ribadire, ancora una volta, che la vita e la salute non sono merci interscambiabili a seconda della convenienza oggettiva e vanno sempre e comunque difese. Questo soprattutto per un elementare principio etico: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

E' la storia che ci ha insegnato e fatto toccare con mano come i padroni, sulla sicurezza, hanno sempre cercato di fare profitto e tutt'ora, se riescono, continuano su questa strada. E' vero per la Monsanto, per l'Eni, come per l'Ilva. Se guardiamo i momenti più caldi delle lotte nei posti di lavoro, partendo dagli albori del movimento operaio, attraversando gli anni sessanta e tutto il decennio dei settanta del secolo scorso, constatiamo che la lotta per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro è stata una delle più importanti. Lotte che hanno avuto la capacità di fermare stabilimenti, di creare auto-organizzazione autonoma e mettere in ginocchio i padroni arrivando a ottenere vittorie e diritti, in un orizzonte di trasformazione sociale, abbattendo ogni conflitto tra lavoratori e “resto della popolazione”.

Non lasciamoci, dunque, strumentalizzare da coloro i quali sfruttano la legittima paura di perdere il posto di lavoro, ricattandoci con lo spauracchio dei licenziamenti e della disoccupazione. Uniamoci alla battaglia dei lavoratori tarantini per il diritto ad un lavoro sicuro senza essere costretti a mettere a repentaglio la loro salute e quella dei loro congiunti.
Perché è di questo che si parla e, oggi più che mai a Taranto e non solo, il ricatto “lavoro in cambio di profitto e impunità” è ancora sul tavolo.

UNIONE SINDACALE ITALIANA - AIT

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Re: Lutte à l'Ilva (une usine de Tarente) en Italie

Messagepar lucien » Vendredi 14 Déc 2012 15:57

Traduction automatique du précédent texte. Merci de citer et modifier le texte si quelqu'un a du temps à y consacrer.

Lettre ouverte à l'ILVA travailleurs de Gênes, Novi Ligure, Racconigi, Marghera et Patrica

Avant d'examiner le bien-fondé, nous voulons exprimer notre plein, la solidarité des travailleurs sauvagement battu par la police au cours des derniers jours à Gênes dans le cadre d'une légitime protestation des travailleurs.

Mais ayant, obligatoire, de la communication nous ne pouvons que réitérer toute notre déception face à la jubilation que nous avons enregistré dans la période immédiatement après la communication de la présentation - par le gouvernement - la soi-disant «emploi décret économie» - pour En ce qui concerne l'acier de Tarente - a la restitution de plantes hautement toxiques, consécutifs, Faculté d'utilisation retourné à Riva - avec l'illustre (et fugitif) rejeton - va continuer à s'enrichir sur le dos des travailleurs et des citoyens de la capitale ion.


Bien que je comprenne les raisons humaines qui ont produit prie instamment mes collègues de la «chaîne» ILVA pour refléter les attitudes et les positions qui ne prennent pas les propriétés instrumentales grâce à ses alliés (y compris les syndicats) ont déjà entaché l'air de Tarente. En ce sens ont été la promotion d'événements et de blocs carrés "drones" que face à des boissons fraîches et des sandwichs distribués aux «grévistes» par la direction de l'entreprise avait dans le seul but de pénaliser la ville et de ses habitants, sans aucune influence sur la production. Que - dans tous ces mois - s'est poursuivie en plein essor malgré la crise procurer un revenu supplémentaire et substantielle de la propriété et des décès douloureux chez les travailleurs.

Comme autorité a publié ces derniers jours des pages d'un magazine national «les chemins de l'étude, menée par l'Institut de la Santé, a clairement fait savoir une fois pour toutes le statut d'atteinte à la santé de la population de Tarente. La mortalité dans Ilva une augmentation de 11 pour cent par rapport à l'attente de la mort de tous les citoyens des Pouilles. Ce sont surtout les femmes qui souffrent: 75 pour cent des tumeurs du foie plus que le reste de la population, plus de 43 lymphomes non-Hodgkinien, 80 des tumeurs utérus, 48 de ceux du sein, de l'estomac, et 100 pour cent 48 vers les poumons. Dans la population masculine n'est pas beaucoup mieux, avec une augmentation de 30 pour cent de tous les cancers et un pic de 100 autres pour le mésothéliome pleural, un cancer incurable de ce terrible qui s'enroule comme une surface rigide des poumons et du Web en quelques année étouffant le patient, enlever le souffle terrible douleur que la morphine ne peut apaiser. L'étude établit également Chemins un autre fait: «L'aciérie, usine dans le four souffle particulier, de four à coke et d'aggloméré, est le plus grand émetteur dans la région depuis plus de 99 pour cent du total et est donc responsable des effets potentiels sur la santé liés à benzopyrène ". Donc la faute est Ilva. Derrière les données qui font frissonner, il ya des êtres de chair et de sang. La souffrance humaine, l'hospitalisation, l'oxygène, la chimiothérapie, les familles supprimés, les orphelins. L'ombre de la mort qui plane sur toute une communauté. Si vous ne comprenez pas tout cela, ou font semblant de ne pas vouloir comprendre, alors vous n'êtes pas en mesure de comprendre la valeur du droit à la santé. "
Le vice-président de médecine démocratique sur les «exigences de la justice» (une conséquence de la pression sociale forte CRÉÉ Taranto) dans un communiqué de presse dit: "ne peut pas et ne doit pas être remis en question par la promulgation d'un décret du gouvernement instrumentale, qui situé acclamé poilue par ceux qui pendant des décennies a tourné dans l'autre sens (syndicats, autorités locales, régionales, les autorités sanitaires locales et les organismes publics chargés du contrôle et de la protection de la santé, la sécurité, l'hygiène et la protection de l'environnement). "

En tant que comptes de l'Union italienne nous voulons réaffirmer, une fois de plus, que la vie et la santé ne sont pas des marchandises interchangeables à votre objectif de commodité et sont toujours défenses. Ceci est principalement un principe élémentaire éthique: ne fais pas aux autres ce que vous ne voudriez pas fait pour vous.
C'est l'histoire qui nous a enseigné et fait de première main comment les patrons, la sécurité, ont toujours essayé de faire un profit et encore, s'ils continuent sur ​​cette voie. C'est vrai pour Monsanto, pour Eni, comme pour Ilva. Si l'on regarde les moments les plus chauds de la lutte en milieu de travail, à partir des premiers jours du mouvement ouvrier, à travers les années soixante et pendant toute la décennie des années soixante-dix du siècle dernier, on voit que la lutte pour la santé et la sécurité au travail a été l'un des plus importants. Luttes qui ont eu la possibilité d'arrêter les usines, de créer auto-organisation et d'auto paralyser les propriétaires viennent d'obtenir victoires et des droits, dans un horizon de transformation sociale, brisant tous les conflits entre les travailleurs et le «reste de la population."

Laissez-nous donc pas d'exploiter ceux qui exploitent la peur légitime de perdre leur emploi, sur nous à travers le spectre de licenciements et de chômage. Joignons-nous à la bataille pour les travailleurs Tarantino pour le droit à un travail en toute sécurité sans avoir à compromettre leur santé et celle de leurs proches.

Parce que c'est ce dont nous parlons et maintenant, plus que jamais, non seulement à Tarente, chantage "work-for-profit et impunité" est toujours sur la table.
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